FLASH DELLA CASTA
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FLASH DELLA CASTA
La Casta continua a scialare
La sola Camera ci costa un miliardo e mezzo ogni anno, i ministri chiedono 22 miliardi di nuove spese e risparmiano solo 800 milioni. E chi volete che paghi...?
Un miliardo di qua, un'altra decina di là, un piccolo taglio su e poi subito giù con una bella richiesta supplementare da centinaia di milioni di euro. La politica italiana fa un gran parlare di contenimento dei costi, di bilanci da portare in pari grazie a cospicui risparmi e un bel lavoro di "falcetto". Alla prova dei fatti, invece, la bilancia pende sempre, e pesantemente, dal lato dei maggiori esborsi, che - ci si perdoni la banalità - sono sapientemente pescati nelle tasche dei cittadini.
Le ultime notizie riferiscono infatti che la Camera dei Deputati, luogo di lavoro di 630 deputati e poco meno di duemila dipendenti, nel 2007 costerà agli italiani 1.574.269.000 euro. Tra i 3 milioni e 300 mila euro per la ristorazione, gli oltre 4 in noleggi, i più di 3 per le assicurazioni, ma soprattutto grazie alle sempre più onerose locazioni e ai "pozzi neri" degli stipendi, degli affitti, dei rimborsi (+25%, oltre un milione e duecentocinquantamila euro per gli ex deputati...) e delle spese di trasporto e telefonia, il totale è cresciuto di quasi il 3%.
Curiosamente questa è proprio la percentuale che i ministri, presentando le richieste di nuove spese in vista della finanziaria, sono riusciti a "limare" dai propri conti. Padoa-Schioppa aveva chiesto che per ogni euro in più se ne stornasse un altro dalla spesa, con l'obiettivo di andare in pari mantenendo stabile il saldo entrate-esborsi, ma i titolari dei dicasteri non sono riusciti a fare meglio che chiedere 22 miliardi e rispsrmiarne 800 milioni. Appunto ogni 100 euro voluti in più solo 3 messi da parte stringendo la cinghia...
Inevitabile allora pensare ai proclami di Grillo, alla voglia di anti-politica, alla frustrazione dei cittadini, perfettamente testimoniata dal Duratore: "Le persone che gestiscono la cosa pubblica, dette politici, di mestiere fanno il "politico" ed essendo questo un lavoro, si comportano come buoni italiani: pensano al loro tornaconto. Muovendo da questa constatazione populista è facile notare come sia poi ovvio avere questi sprechi ed, in definitiva, un sistema che autoalimenta la corruzione, il malaffare e promuove "politiche" ed idee atte alla promozione/valorizzazione/creazione di privilegi di casta. Essendo quindi, quello del politico, un lavoro al di sopra della legge ed intrecciato con la bieca furbizia tipicamente italiana non ha nemmeno qualcuno o qualcosa di fronte al quale rispondere delle proprie malefatte. Soluzione: azione corale da basso, dove tipicamente il potere procapite è troppo piccolo per permettere lo svilupparsi di queste controindicazioni". (Libero News)
“I politici italiani sono una casta”
Parla Gianantonio Stella
“Nessun qualunquismo e nessun moralismo da parte mia e di Rizzo nel voler scrivere il libro sugli sprechi”
La prima cosa che il giornalista del “Corriere della Sera” Gianantonio Stella tiene a precisare a proposito del libro scritto a quattro mani con Sergio Rizzo e inviolato non per caso “La casta” (editore Rizzoli), in libreria da pochi giorni, è che “l’intento con cui abbiamo lavorato non è stato né moralistico né qualunquistico”.
Il problema è quello del contribuente che paga per mantenere con le tasse sempre più elevate un apparato burocratico elefantiaco con troppi enti locali “(le province sarebbe meglio abolirle come già diceva il liberale Einaudi”) che si sovrappongono e con troppi stipendi parassitari. “Non è possibile – dice Stella- che un presidente di consiglio circoscrizionale guadagni 5 mila euro al mese o che una Asl abbia più centralinisti di Buckingam palace, e se la politica non si fa carico di correggere queste cose, allora deve per forza subentrare la denuncia giornalistica e l’inchiesta”.
D’altronde basta leggere su internet come la stessa Rizzoli promuove questo libro per capire di cosa stiamo parlando: “Aerei di Stato che volano 37 ore al giorno, pronti al decollo per portare Sua Eccellenza anche a una festa a Parigi. Palazzi parlamentari presi in affitto a peso d’oro da scuderie di cavalli. Finanziamenti pubblici quadruplicati rispetto a quando furono aboliti dal referendum. “Rimborsi” elettorali 180 volte più alti delle spese sostenute. Organici di presidenza nelle regioni più “virtuose” moltiplicati per tredici volte in venti anni. Spese di rappresentanza dei governatori fino a dodici volte più alte di quelle del presidente della Repubblica tedesco. Province che continuano ad aumentare nonostante da decenni siano considerate inutili. Indennità impazzite al punto che il sindaco di un paese aostano di 91 abitanti può guadagnare quanto il collega di una città di 249mila. Candidati “trombati” consolati con 5 buste paga. Presidenti di circoscrizione con l’autoblu. La denuncia di come una certa politica, o meglio la sua caricatura obesa e ingorda, sia diventata una oligarchia insaziabile e abbia allagato l’intera società italiana…”
Insomma Stella siamo vicini al punto di non ritorno con questi sprechi?
“Io temo di sì e quando sento che alcuni uomini politici si lamentano del presunto qualunquismo di questa inchiesta mi rendo conto di quanto una gran parte di quella che io chiamo già nel titolo del libro “casta” viva fuori dalla realtà. Qui non si tratta di contestare i costi della politica in quanto tali o il finanziamento pubblico al quale io e Rizzo non ci dichiariamo contrari. In ballo invece c’è il contenimento di una spesa pubblica che si perde in mille sprechi e in migliaia di privilegi e che il cittadino non è più disposto a tollerare pagando di tasca sua. Anche perchè, e qualcuno questo poco lo nota, se le tasse finiscono quasi tutte per mantenere il parassitismo politico clientelare, cosa ci rimane per il welfare?”
Un capitolo del libro, riguardante le spese del Quirinale e i suoi bilanci non trasparenti, è stato anticipato qualche giorno fa dal Corriere della sera che è il giornale per cui tu scrivi. Che reazioni sono venute dall’inquilino del Colle?
“Da quello attuale per ora nessuna. Dal suo predecessore invece una precisazione pubblicata dal “Corriere” in cui si evidenziava il fatto che l’appannaggio fosse rimasto invariato e che per giunta adesso ci si pagavano sopra le tasse, merito questo non di Ciampi ma di una legge approvata all’epoca del suo predecessore Scalfaro su proposta di un deputato che si chiama Nicola Bono (di An, ndr) contenuta in un emendamento alla finanziaria del 1997, votato a larga maggioranza.”
E nel merito della scarsa trasparenza dei conti del Quirinale lievitati fino a quattro volte quelli di Buckingam Palace? Qualcuno come al solito ha gridato alla lesa maestà istituzionale?
“Nel merito nessuno risponde, l’essere casta consiste in questo. E nel non curarsi neppure più delle critiche. C’è la convinzione che sia un attacco alla democrazia, ad esempio, chiedere come sia possibile che Bassolino abbia avuto nel 2004 un fondo spese per la rappresentanza dodici volte più alto di quello del presidente della repubblica tedesco. Io mi chiedo se questo sia un modo serio di rispondere in un dibattito. Accusando che fa inchieste di qualunquismo e demagogia. Come se fossero i giornalisti da allontanare la gente dalla politica semplicemente denunciando questi atteggiamenti parassitari.”
Che deduzioni si possono trarre da questa difesa corporativa, o di “casta”?
“Diciamo la verità , io non sono mai stato radicale né ho mai votato per Pannella, però sono gli unici che in tutti questi anni si sono dimostrati sensibili alla riduzione degli sprechi e dei costi assurdi della politica. Degli altri invece non ricordo iniziative serie per ridurre questi incredibili privilegi.
Resto sbalordito a vedere il professor Luigi Cancrini, che milita nel partito di Diliberto, che non più tardi di dieci giorni fa ha detto di volere chiedere al governo un’accelerazione su due temi come la lotta alla povertà e quella al privilegio, e che invece adesso giustifica il fatto di godere non solo della retribuzione da parlamentare italiano ma anche della pensione da consigliere regionale del Lazio, se non è “casta” questa non so di che stiamo parlando..”
Naturalmente,come si diceva prima, la difesa degli interessati coincide con l’accusa nei tuoi confronti e del tuo collega Rizzo di essere dei “qualunquisti”..?
“E’ una difesa disperata. Io odio il partito della bistecca o della pagnotta, non ho mai detto che i politici siano tutti uguali e non mi ritengo affatto un qualunquista. E credo di potere parlare anche per Rizzo. Noi non diciamo neppure che la polizia non debba essere finanziata, anzi la pensiamo al contrario. Però ci vuole il senso della misura. E il libro è stato fatto con questo spirito. Noi non vogliamo che il Capo dello Stato vada a vivere in una palazzina a Montesacro. Deve certamente avere una residenza di grande rappresentanza.
E’ una questione di immagine internazionale. Dobbiamo fare bella figura. Però non si capisce perchè debba costare quattro volte Buckingam palace. Questo non è accettabile.”
La morale del libro è che gli italiani non possono permettersi gli attuali costi della politica?
“Esatto, noi non possiamo permetterci più l’esistenza di comunità montane che stanno a livello del mare o i presidenti dei consigli circoscrizionali con l’auto blù e uno stipendio da 5 mila euro al mese, non possiamo permetterci 150 province come qualcuno vorrebbe, che si aggiungono ai comuni e alle regioni e a miriadi di altri enti locali. Non finirà lo stato di diritto e la libertà se si aboliscono le province, lo ha fatto anche l’Inghilterra e mi pare che ci sia ancora la democrazia..”
Dimitri Buffa
CONTINUARE DOPO QUESTO MI SEMBRA INUTILE.....
WWW.MIDU.IT
E il povero pensionato che si arrabbatta con 430 euro al mese. L'invalido con l'assegno sociale di 243 euro al mese.......
La sola Camera ci costa un miliardo e mezzo ogni anno, i ministri chiedono 22 miliardi di nuove spese e risparmiano solo 800 milioni. E chi volete che paghi...?
Un miliardo di qua, un'altra decina di là, un piccolo taglio su e poi subito giù con una bella richiesta supplementare da centinaia di milioni di euro. La politica italiana fa un gran parlare di contenimento dei costi, di bilanci da portare in pari grazie a cospicui risparmi e un bel lavoro di "falcetto". Alla prova dei fatti, invece, la bilancia pende sempre, e pesantemente, dal lato dei maggiori esborsi, che - ci si perdoni la banalità - sono sapientemente pescati nelle tasche dei cittadini.
Le ultime notizie riferiscono infatti che la Camera dei Deputati, luogo di lavoro di 630 deputati e poco meno di duemila dipendenti, nel 2007 costerà agli italiani 1.574.269.000 euro. Tra i 3 milioni e 300 mila euro per la ristorazione, gli oltre 4 in noleggi, i più di 3 per le assicurazioni, ma soprattutto grazie alle sempre più onerose locazioni e ai "pozzi neri" degli stipendi, degli affitti, dei rimborsi (+25%, oltre un milione e duecentocinquantamila euro per gli ex deputati...) e delle spese di trasporto e telefonia, il totale è cresciuto di quasi il 3%.
Curiosamente questa è proprio la percentuale che i ministri, presentando le richieste di nuove spese in vista della finanziaria, sono riusciti a "limare" dai propri conti. Padoa-Schioppa aveva chiesto che per ogni euro in più se ne stornasse un altro dalla spesa, con l'obiettivo di andare in pari mantenendo stabile il saldo entrate-esborsi, ma i titolari dei dicasteri non sono riusciti a fare meglio che chiedere 22 miliardi e rispsrmiarne 800 milioni. Appunto ogni 100 euro voluti in più solo 3 messi da parte stringendo la cinghia...
Inevitabile allora pensare ai proclami di Grillo, alla voglia di anti-politica, alla frustrazione dei cittadini, perfettamente testimoniata dal Duratore: "Le persone che gestiscono la cosa pubblica, dette politici, di mestiere fanno il "politico" ed essendo questo un lavoro, si comportano come buoni italiani: pensano al loro tornaconto. Muovendo da questa constatazione populista è facile notare come sia poi ovvio avere questi sprechi ed, in definitiva, un sistema che autoalimenta la corruzione, il malaffare e promuove "politiche" ed idee atte alla promozione/valorizzazione/creazione di privilegi di casta. Essendo quindi, quello del politico, un lavoro al di sopra della legge ed intrecciato con la bieca furbizia tipicamente italiana non ha nemmeno qualcuno o qualcosa di fronte al quale rispondere delle proprie malefatte. Soluzione: azione corale da basso, dove tipicamente il potere procapite è troppo piccolo per permettere lo svilupparsi di queste controindicazioni". (Libero News)
“I politici italiani sono una casta”
Parla Gianantonio Stella
“Nessun qualunquismo e nessun moralismo da parte mia e di Rizzo nel voler scrivere il libro sugli sprechi”
La prima cosa che il giornalista del “Corriere della Sera” Gianantonio Stella tiene a precisare a proposito del libro scritto a quattro mani con Sergio Rizzo e inviolato non per caso “La casta” (editore Rizzoli), in libreria da pochi giorni, è che “l’intento con cui abbiamo lavorato non è stato né moralistico né qualunquistico”.
Il problema è quello del contribuente che paga per mantenere con le tasse sempre più elevate un apparato burocratico elefantiaco con troppi enti locali “(le province sarebbe meglio abolirle come già diceva il liberale Einaudi”) che si sovrappongono e con troppi stipendi parassitari. “Non è possibile – dice Stella- che un presidente di consiglio circoscrizionale guadagni 5 mila euro al mese o che una Asl abbia più centralinisti di Buckingam palace, e se la politica non si fa carico di correggere queste cose, allora deve per forza subentrare la denuncia giornalistica e l’inchiesta”.
D’altronde basta leggere su internet come la stessa Rizzoli promuove questo libro per capire di cosa stiamo parlando: “Aerei di Stato che volano 37 ore al giorno, pronti al decollo per portare Sua Eccellenza anche a una festa a Parigi. Palazzi parlamentari presi in affitto a peso d’oro da scuderie di cavalli. Finanziamenti pubblici quadruplicati rispetto a quando furono aboliti dal referendum. “Rimborsi” elettorali 180 volte più alti delle spese sostenute. Organici di presidenza nelle regioni più “virtuose” moltiplicati per tredici volte in venti anni. Spese di rappresentanza dei governatori fino a dodici volte più alte di quelle del presidente della Repubblica tedesco. Province che continuano ad aumentare nonostante da decenni siano considerate inutili. Indennità impazzite al punto che il sindaco di un paese aostano di 91 abitanti può guadagnare quanto il collega di una città di 249mila. Candidati “trombati” consolati con 5 buste paga. Presidenti di circoscrizione con l’autoblu. La denuncia di come una certa politica, o meglio la sua caricatura obesa e ingorda, sia diventata una oligarchia insaziabile e abbia allagato l’intera società italiana…”
Insomma Stella siamo vicini al punto di non ritorno con questi sprechi?
“Io temo di sì e quando sento che alcuni uomini politici si lamentano del presunto qualunquismo di questa inchiesta mi rendo conto di quanto una gran parte di quella che io chiamo già nel titolo del libro “casta” viva fuori dalla realtà. Qui non si tratta di contestare i costi della politica in quanto tali o il finanziamento pubblico al quale io e Rizzo non ci dichiariamo contrari. In ballo invece c’è il contenimento di una spesa pubblica che si perde in mille sprechi e in migliaia di privilegi e che il cittadino non è più disposto a tollerare pagando di tasca sua. Anche perchè, e qualcuno questo poco lo nota, se le tasse finiscono quasi tutte per mantenere il parassitismo politico clientelare, cosa ci rimane per il welfare?”
Un capitolo del libro, riguardante le spese del Quirinale e i suoi bilanci non trasparenti, è stato anticipato qualche giorno fa dal Corriere della sera che è il giornale per cui tu scrivi. Che reazioni sono venute dall’inquilino del Colle?
“Da quello attuale per ora nessuna. Dal suo predecessore invece una precisazione pubblicata dal “Corriere” in cui si evidenziava il fatto che l’appannaggio fosse rimasto invariato e che per giunta adesso ci si pagavano sopra le tasse, merito questo non di Ciampi ma di una legge approvata all’epoca del suo predecessore Scalfaro su proposta di un deputato che si chiama Nicola Bono (di An, ndr) contenuta in un emendamento alla finanziaria del 1997, votato a larga maggioranza.”
E nel merito della scarsa trasparenza dei conti del Quirinale lievitati fino a quattro volte quelli di Buckingam Palace? Qualcuno come al solito ha gridato alla lesa maestà istituzionale?
“Nel merito nessuno risponde, l’essere casta consiste in questo. E nel non curarsi neppure più delle critiche. C’è la convinzione che sia un attacco alla democrazia, ad esempio, chiedere come sia possibile che Bassolino abbia avuto nel 2004 un fondo spese per la rappresentanza dodici volte più alto di quello del presidente della repubblica tedesco. Io mi chiedo se questo sia un modo serio di rispondere in un dibattito. Accusando che fa inchieste di qualunquismo e demagogia. Come se fossero i giornalisti da allontanare la gente dalla politica semplicemente denunciando questi atteggiamenti parassitari.”
Che deduzioni si possono trarre da questa difesa corporativa, o di “casta”?
“Diciamo la verità , io non sono mai stato radicale né ho mai votato per Pannella, però sono gli unici che in tutti questi anni si sono dimostrati sensibili alla riduzione degli sprechi e dei costi assurdi della politica. Degli altri invece non ricordo iniziative serie per ridurre questi incredibili privilegi.
Resto sbalordito a vedere il professor Luigi Cancrini, che milita nel partito di Diliberto, che non più tardi di dieci giorni fa ha detto di volere chiedere al governo un’accelerazione su due temi come la lotta alla povertà e quella al privilegio, e che invece adesso giustifica il fatto di godere non solo della retribuzione da parlamentare italiano ma anche della pensione da consigliere regionale del Lazio, se non è “casta” questa non so di che stiamo parlando..”
Naturalmente,come si diceva prima, la difesa degli interessati coincide con l’accusa nei tuoi confronti e del tuo collega Rizzo di essere dei “qualunquisti”..?
“E’ una difesa disperata. Io odio il partito della bistecca o della pagnotta, non ho mai detto che i politici siano tutti uguali e non mi ritengo affatto un qualunquista. E credo di potere parlare anche per Rizzo. Noi non diciamo neppure che la polizia non debba essere finanziata, anzi la pensiamo al contrario. Però ci vuole il senso della misura. E il libro è stato fatto con questo spirito. Noi non vogliamo che il Capo dello Stato vada a vivere in una palazzina a Montesacro. Deve certamente avere una residenza di grande rappresentanza.
E’ una questione di immagine internazionale. Dobbiamo fare bella figura. Però non si capisce perchè debba costare quattro volte Buckingam palace. Questo non è accettabile.”
La morale del libro è che gli italiani non possono permettersi gli attuali costi della politica?
“Esatto, noi non possiamo permetterci più l’esistenza di comunità montane che stanno a livello del mare o i presidenti dei consigli circoscrizionali con l’auto blù e uno stipendio da 5 mila euro al mese, non possiamo permetterci 150 province come qualcuno vorrebbe, che si aggiungono ai comuni e alle regioni e a miriadi di altri enti locali. Non finirà lo stato di diritto e la libertà se si aboliscono le province, lo ha fatto anche l’Inghilterra e mi pare che ci sia ancora la democrazia..”
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albatros1- Senior
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