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CONFINDUSTRIA, ANCHE L'EST EUROPA SORPASSA IL SUD

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Messaggio  SuperMax Ven Ott 26, 2007 4:18 am

CONFINDUSTRIA, ANCHE L'EST EUROPA SORPASSA IL SUD

«C'è bisogno a questo punto – commenta il vicepresidente di Confindustria Ettore Artioli – di cambiare passo e di fare un deciso salto di qualità nelle politiche per il Mezzogiorno, perchè gli sforzi profusi finora hanno portato a risultati insoddisfacenti. Confindustria si impegna per un Sud nuovo che vuole essere messo nella condizione di attrarre nuovi investimenti e competere sui mercati»

ROMA – Anche l’Europa dell’Est sorpassa, in alcuni casi, il Mezzogiorno d’Italia. La fotografia di un divario sempre più profondo tra il produttivo Nord e le regioni meridionali è offerta dall’edizione 2007 degli Indicatori economici e sociali regionali e provinciali (Editore SIPI, Collana Industria e Territorio n. 12). Il volume, curato dall’Area Mezzogiorno di Confindustria, rende disponibile una organica raccolta di statistiche riguardanti i più significativi fenomeni economici e sociali e la loro articolazione sul territorio.
Indicazioni interessanti vengono fornite dall’indice sintetico, riportato nel volume, che mira a graduare le province cogliendo aspetti del benessere collettivo non sempre considerati in questo tipo di elaborazioni. Si scopre così che tra il gruppo delle prime dieci province, tutte centro settentrionali (Milano, Trieste, Bologna, Aosta, Modena, Verona, Ravenna, Brescia, Parma e Novara) e quello delle ultime dieci, tutte meridionali (Reggio Calabria, Nuoro, Caltanissetta, Enna, Oristano, Benevento, Foggia, Agrigento, Caserta e Vibo Valentia), le differenze siano notevoli. E ancora di più lo diventano se il confronto viene effettuato tra l’ultima della classifica (Vibo Valentia) e la prima (Milano): il divario che si osserva è talmente profondo (il rapporto è di 1 a 2,64) da trovare solo pochi riscontri a livello europeo. E ciò è tanto più importante se si considera che proprio alcuni dei nuovi Stati membri dell’Unione (si pensi alla Repubblica Ceca, all’Ungheria, alla Slovenia) stanno ormai raggiungendo, e in taluni casi superando a velocità molto elevata, le nostre regioni meridionali.
«C'è bisogno a questo punto – commenta il vicepresidente di Confindustria Ettore Artioli osservando come l’informazione statistica a scala provinciale incontri sempre di più i favori del vasto pubblico di operatori specializzati e no – di cambiare passo e di fare un deciso salto di qualità nelle politiche per il Mezzogiorno, perchè gli sforzi profusi finora hanno portato a risultati insoddisfacenti. Confindustria si è impegnata e continuerà a farlo per un Sud nuovo che non nutre alcuna nostalgia per le tutele e le protezioni, ma che, proprio per questo motivo, vuole essere messo nella condizione di attrarre nuovi investimenti e competere sui mercati. La manovra di finanza pubblica per il 2008 fa registrare qualche arretramento rispetto alla Legge Finanziaria dello scorso anno. E' auspicabile che siano apportati tutti i correttivi necessari affinchè l’impegno delle imprese possa fare affidamento su risorse finanziarie certe e strumenti agevolativi pienamente operativi».

25/10/2007

(da "La Gazzetta del mezzogiorno")


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Messaggio  albatros1 Ven Ott 26, 2007 8:19 am

Caro SuperMax, purtroppo è vero e poi noi nel sud dobbiamo fare i conti e sono conti pesanti con la malavita di quei posti che certo non è tenera. Anche quando gli imprenditori cercano di ribbellarsi poi non trovano nello Stato l'aiuto il supporto e molte volte vengono abbandonati a loro stessi. Se non si interviene con massicce forze dell'ordine e con una Magistratura forte, il territorio è lasciato a se stesso. Come possiamo vedere e leggere ogni giorno, i tribunali sono pieni e la burocrazia rallenta se non annulla tanti procedimenti e quindi è fertile la malavita. Per un giovane del luogo senza lavoro il lavoro viene offerto da questa che ormai è divenuta un'industria con fatturati da capogiro. Inoltre anche chi volesse investire è chiaro che ci pensi più che due volte. I costi nell'est dei lavoratori, sono anche più competitivi e quindi molte aziende preferiscono esportare i loro macchinari e far fabbricare i prodotti a questi paesi. Non parliamo poi della Cina quello è un'altro capitolo. Per attirare gli investimenti bisogna che lo Stato investa ma sul serio facendo vedere di essere presente ma veramente e costantemente.
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