NASCE A BOLOGNA IL COMITATO 'VITA INDIPENDENTE'
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NASCE A BOLOGNA IL COMITATO 'VITA INDIPENDENTE'
DISABILITÀ. NASCE A BOLOGNA IL COMITATO 'VITA INDIPENDENTE'
“Vogliamo lottare per l’autodeterminazione delle persone disabili e per l’autogestione dell’assistenza”, spiegano i promotori che ricordano: “In Finanziaria per l’Emilia-Romagna 95 milioni, di cui il 10% per i servizi domicilari”
(RED.SOC.) BOLOGNA - E’ nato anche a Bologna il comitato Vita indipendente, responsabile Daniela Piccioli. E subito fa sentire la propria voce. “Vogliamo lottare per avere gli aiuti economici
necessari ad assumere un assistente personale che possa consentirci di condurre una vita il piu’ possibile autonoma - si legge nella nota -. Facciamo inoltre un appello a tutti gli operatori e agli assistenti di base che desiderano un lavoro sicuro e meno precario, anche dal punto di vista assicurativo, di appoggiare la nostra battaglia”. Tra le altre richieste, il comitato Vita indipendente non vuole che si ripeta “lo scandalo dello scorso anno, per cui solo l”1% del Fondo per la non autosufficienza regionale e’ stato destinato alle persone disabili”. In Emilia-Romagna e nelle altre citta’ della regione, Bologna compresa, “la legge 162 del ‘98 viene o mal applicata o applicata in maniera restrittiva. Invece molte altre regioni, come Lazio, Toscana, Marche, Val d’Aosta, Sardegna, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, consentono alla persona disabile di ricevere quel contributo tale da poter assumere il proprio assistente per tutto il tempo necessario alle proprie esigenze quotidiane”.
Il mondo “delle disabilita’ e’ estremamente variegato e non e’ pensabile che le persone con handicap grave che vivono da sole siano costrette a essere ricoverate nelle residenze sanitarie assistite o si trovino sotto la soglia minima di aiuto quotidiano - dice Daniele Piccioli ¬-, cosi’ come non e’ giusto che i disabili che stanno in famiglia debbano dipendere dai genitori, dai fratelli o dal coniuge”. Il comitato per la Vita indipendente di Bologna vuole quindi lottare per l’autodeterminazione delle persone disabili e per l’autogestione dell”assistenza, “tanto piu’ che la Finanziaria 2008 ha stanziato per la Regione Emilia-Romagna 95 milioni di euro, di cui il 10% per i servizi domicilari ad anziani e disabili”, conclude la nota. Per far capire cosa chiede, Daniela Piccioli racconta la sua esperienza.
“Da 11 anni vivo ormai completamente sola nonostante il mio handicap. Non cammino, non posso alzarmi ne’ andare a letto da sola. L’unica parte del mio corpo che ho di funzionante (oltre al cervello) e’ la mia mano sinistra, con la quale mi devo arrangiare in casa per mangiare da sola, per andare bagno, eccetera. Per 26 anni ho percepito solo tre ore di assistenza domiciliare. Da dicembre 2007, finalmente, mi hanno aumentato l’assistenza di altre tre ore la settimana. Ma sono ancora troppo poche - commenta -. Devo sempre chiedere il permesso perche’ la mia assistente mi possa accompagnare dal parrucchiere o dal dottore, e sempre prendendo il taxi che pago di tasca mia. Per non parlare poi delle volte in cui avrei voglia di andare in piscina (che mi farebbe bene alla cervicale) o di uscire la sera.
Ora vi sembra giusto che una persona disabile che ha scelto di vivere da sola in casa propria non possa fare tutto questo perche’ le ore di assistenza non bastano? Alla faccia delle pari opportunita’ e dei diritti. Ecco perche’ la cosa migliore, per una persona disabile, sarebbe ricevere direttamente un aiuto economico da poter ‘spendere’ assumendo un proprio assistente personale - dice Daniela Piccioli -. Tutta l’assistenza domiciliare oggi e’ affidata a cooperative private che vincono appalti pubblici ma erogano servizi ridicoli e pagano una miseria il proprio personale. Per cui i disabili devono cominciare a pretendere in prima persona di vedersi riconosciuti il proprio diritto ad avere una sanita’ che sia piu’ adeguata e attenta alle proprie esigenze. E le istituzioni hanno il dovere di attivarsi”.
Per informazioni sul comitato Vita indipendente: telefax 051 56089, e-mail: dany.piccioli@alice.it.
(www.redattoresociale.it)
Fonte: DIRE
“Vogliamo lottare per l’autodeterminazione delle persone disabili e per l’autogestione dell’assistenza”, spiegano i promotori che ricordano: “In Finanziaria per l’Emilia-Romagna 95 milioni, di cui il 10% per i servizi domicilari”
(RED.SOC.) BOLOGNA - E’ nato anche a Bologna il comitato Vita indipendente, responsabile Daniela Piccioli. E subito fa sentire la propria voce. “Vogliamo lottare per avere gli aiuti economici
necessari ad assumere un assistente personale che possa consentirci di condurre una vita il piu’ possibile autonoma - si legge nella nota -. Facciamo inoltre un appello a tutti gli operatori e agli assistenti di base che desiderano un lavoro sicuro e meno precario, anche dal punto di vista assicurativo, di appoggiare la nostra battaglia”. Tra le altre richieste, il comitato Vita indipendente non vuole che si ripeta “lo scandalo dello scorso anno, per cui solo l”1% del Fondo per la non autosufficienza regionale e’ stato destinato alle persone disabili”. In Emilia-Romagna e nelle altre citta’ della regione, Bologna compresa, “la legge 162 del ‘98 viene o mal applicata o applicata in maniera restrittiva. Invece molte altre regioni, come Lazio, Toscana, Marche, Val d’Aosta, Sardegna, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, consentono alla persona disabile di ricevere quel contributo tale da poter assumere il proprio assistente per tutto il tempo necessario alle proprie esigenze quotidiane”.
Il mondo “delle disabilita’ e’ estremamente variegato e non e’ pensabile che le persone con handicap grave che vivono da sole siano costrette a essere ricoverate nelle residenze sanitarie assistite o si trovino sotto la soglia minima di aiuto quotidiano - dice Daniele Piccioli ¬-, cosi’ come non e’ giusto che i disabili che stanno in famiglia debbano dipendere dai genitori, dai fratelli o dal coniuge”. Il comitato per la Vita indipendente di Bologna vuole quindi lottare per l’autodeterminazione delle persone disabili e per l’autogestione dell”assistenza, “tanto piu’ che la Finanziaria 2008 ha stanziato per la Regione Emilia-Romagna 95 milioni di euro, di cui il 10% per i servizi domicilari ad anziani e disabili”, conclude la nota. Per far capire cosa chiede, Daniela Piccioli racconta la sua esperienza.
“Da 11 anni vivo ormai completamente sola nonostante il mio handicap. Non cammino, non posso alzarmi ne’ andare a letto da sola. L’unica parte del mio corpo che ho di funzionante (oltre al cervello) e’ la mia mano sinistra, con la quale mi devo arrangiare in casa per mangiare da sola, per andare bagno, eccetera. Per 26 anni ho percepito solo tre ore di assistenza domiciliare. Da dicembre 2007, finalmente, mi hanno aumentato l’assistenza di altre tre ore la settimana. Ma sono ancora troppo poche - commenta -. Devo sempre chiedere il permesso perche’ la mia assistente mi possa accompagnare dal parrucchiere o dal dottore, e sempre prendendo il taxi che pago di tasca mia. Per non parlare poi delle volte in cui avrei voglia di andare in piscina (che mi farebbe bene alla cervicale) o di uscire la sera.
Ora vi sembra giusto che una persona disabile che ha scelto di vivere da sola in casa propria non possa fare tutto questo perche’ le ore di assistenza non bastano? Alla faccia delle pari opportunita’ e dei diritti. Ecco perche’ la cosa migliore, per una persona disabile, sarebbe ricevere direttamente un aiuto economico da poter ‘spendere’ assumendo un proprio assistente personale - dice Daniela Piccioli -. Tutta l’assistenza domiciliare oggi e’ affidata a cooperative private che vincono appalti pubblici ma erogano servizi ridicoli e pagano una miseria il proprio personale. Per cui i disabili devono cominciare a pretendere in prima persona di vedersi riconosciuti il proprio diritto ad avere una sanita’ che sia piu’ adeguata e attenta alle proprie esigenze. E le istituzioni hanno il dovere di attivarsi”.
Per informazioni sul comitato Vita indipendente: telefax 051 56089, e-mail: dany.piccioli@alice.it.
(www.redattoresociale.it)
Fonte: DIRE
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