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Messaggio  albatros1 Mer Nov 14, 2007 12:39 pm

Tribunale del malato: bocciati medici e operatori sanitari per errori e burocrazia
di Claudio Tucci
Pazienti che segnalano di essere trattati come pacchi postali, di subire lanci di scopettoni da parte di ausiliari o raccontano dell’infermiere di guardia che si riaddormenta in presenza del malato. Per non parlare, poi, degli errori nella pratica medica e diagnostica che, seppur in diminuzione, continuano a rappresentare la principale area di criticità della sanità italiana. Enormi difficoltà sono poi lamentate dai malati che decidono di intraprendere un viaggio della speranza a causa dei numerosi ostacoli che le Regioni frappongono alla possibilità di spostarsi. Non hanno più fortuna i malati cronici, portatori di handicap o di malattie, comunque, invalidanti che sono costretti a percorrere farraginose procedure burocratiche per vedersi riconosciuti diritti, anche di natura economica, previsti per legge. Sono questi, in sintesi, i nodi che emergono dalla decima edizione del Rapporto Pit Salute del Tribunale per i diritti del malato, presentata a Roma al ministero della Salute, alla presenza del ministro Livia Turco.
L’indagine, elaborata su un totale di 19.776 segnalazioni giunte nel corso del 2006, fotografa un rapporto cittadini-operatori che va incrinandosi e che, al di là del dato sulla malasanità, sui sospetti errori diagnostici e terapeutici, evidenzia come non si possa ricondurre la qualità del servizio solo a una questione di fondi.

Gli operatori. Primeggia il dato sui comportamenti degli operatori sanitari (13% delle segnalazioni, più 1,5 rispetto al 2005), trasversale e indipendente dalle aree specialistiche. Più di una segnalazione su due (51,2%) riguarda atteggiamenti poco graditi di operatori ospedalieri; una su 3 (29,9%) quelli di operatori di Asl, una su dieci (10,4%) di operatori di cliniche private e poco meno (8,5%) quelli di cliniche convenzionate.
Questi comportamenti sono posti in essere, in un caso su due (49,8%) da medici specialistici, seguiti, a molta distanza, dai medici di famiglia con l’8%, dal personale del pronto soccorso con il 6,4% e dai primari con il 5,5 per cento. Chiudono la speciale classifica le case farmaceutiche con il 4,1 per cento.
La disabilità. Al secondo posto tra i temi maggiormente ricorrenti è la disabilità (11%, +2,8 su 2005). Le segnalazioni relative all’invalidità e all’accompagnamento denunciano principalmente una difficoltà di accesso alle informazioni (38%), il mancato riconoscimento della condizione di handicap e quindi dei relativi benefici (19%) previsti dalla legge, oltre alle complesse procedure burocratiche per il riconoscimento che costringono persone disabili con ridotta o nulla mobilità a difficili spostamenti per le visite di controlo che potrebbero essere effettute, almeno nei casi più complessi, a domicilio. Il 42% delle segnalazioni in tema di handicap lamenta la difficoltà di ottenere o usufruire dei benefici previsti dalla legge 104/1992 anche quando è stata accertata la condizione di handicap grave. Il 18% lamenta che la sua richiesta di riconoscimento di disabilità non ha avuto esito positivo, mentre il 13% evidenzia difficoltà di accesso alle cure domiciliari e alla riabilitazione, l’11%, lunghi tempi di attesa e il 7% difficoltà nell’accesso alle informazioni. In loro sostegno, lo Stato (legge 80/2006 e Dpr 698/1994) prevede l’erogazione di alcuni benefici, economici e non, ma gli iter burocratici per accedervi sono farraginosi e lentissimi rispetto alle necessità. I viaggi della speranza. Al terzo posto delle segnalazioni è la mobilità sanitaria (9 per cento). I viaggi della speranza si fanno per un intervento chirurgico (44,7%), per visite specialistiche (10%), terapie (6,9%), per raggiungere centri specializzati (6,6%) e per fare trapianti (4,9 per cento). Tra le lamentele dei malati la mancata assegnazione temporanea del medico di famiglia (32%), del pediatra di libera scelta (7%), il rifiuto delle prescrizioni diagnostico-specialistiche (10%), il rifiuto delle prescrizione di farmaci (9%) e l’impossibilità di ottenere prestazioni di assistenza domiciliare (6 per cento).
Le denunce. In diminuzione, infine, i casi di malpractice (20%, -5,7% su 2005), che nel 56,1% riguardano le donne. A denunciarli, nell’ultimo anno, è un cittadino su cinque. Le segnalazioni riguardano prevalentemente errori occorsi durante lo svolgimento di interventi chirurgici (72%) piuttosto che errata diagnosi (22 per cento). Gli errori si verificano prevalentemente nelle strutture di ricovero, ma anche, per una percentuale superiore al 20%, al pronto soccorso piuttosto che in ambulatorio o al domicilio del paziente.


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Messaggio  SuperMax Gio Nov 15, 2007 4:51 pm

Sì caro albatros1, si commenta da solo. Però leggo sempre con piacere gli articoli che riportano cifre e dati... Ci si accorge poi che la situazione è sempre peggiore di quello che si credeva... TheCaffe'

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Messaggio  albatros1 Ven Nov 16, 2007 1:20 pm

E' questo che mi mette paura, e oltretutto continuano a tagliare fondi alla sanità. Spero che non sia vero ma sembra che con la prossima finanziaria approvata ieri, i medici, invece che prescrivere il farmaco con il suo nome debbano invece prescrivere solo il principio attivo, per chi non può permettersi i farmazi ed ha l'esenzione totale, e questo comporterà che il farmacista darà il farmaco lui. Ma adesso viene il bello, il farmaco dato dal farmacista, non ha etichetta ma solo la composizione chimica. Cosa succederà? Pensiamo alle persone anziane che non leggendo il nome potranno fare confusione, poi non essendoci il nome, le truffe saranno più indiscriminate. Molti potrebbero sostituire le scatole con farmaci provenienti da fuori es. Cina. Immaginiamo che bisness per la mafia, sempre però a discapito delle classi meno abienti. Spero di sbagliarmi......me lo auguro.
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Messaggio  Claudio Mer Dic 05, 2007 7:30 pm

Albatros, non credo proprio si arrivi a "togliere il nome ai farmaci". Ci mancherebbe altro! Sarebbe come darli ai bambini al posto delle caramelle… Non credo proprio si arrivi a questo.

Ritengo invece si voglia arrivare ad "incrementare" la prescrizione dei farmaci generici (Ricordo che sono generici solo di nome ma, di fatto, sono pressoché identici al farmaco cosiddetto "di marca"), visto e considerato che il decreto Bersani, in proposito ed a discapito delle tasche di tutti noi, è alquanto disatteso.

Per quanto riguarda il timore della “clonazione dei farmaci”, questa possibilità ci sarà sempre e comunque, indipendentemente dal farmaco generico o meno.

Anzi, a pensarci bene, forse potrebbe diventare meno “conveniente” visto che, per esempio, il farmaco generico costa di meno rispetto al farmaco di marca.

La contraddizione, tipicamente italiana visto che nel resto dell’Europa succede esattamente il contrario, è nel fatto di “pretendere” il prodotto di marca non accettando l’ineluttabilità che, a equivalente principio attivo, corrisponda lo stesso risultato/beneficio. Ma questa è un’altra storia…
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Messaggio  albatros1 Gio Dic 06, 2007 10:26 am

La notizia la dette mi sembra Rai tre, e infatti io rimasi stupito, e diceva proprio che al posto dell'etichetta ci sarebbe stato scritto il principio attivo. Spero che in sede di finanziaria questa cosa sia stata corretta altrimenti sai che caos per i farmaci generici soprattutto per gli anziani.
Ho trovato questi due argomenti e ti ho evidenziato in rosso il discordo del nome. Se tu sei abituato a prendere lo Zantac, e non leggi più sulla scatola o nel blister zantac, gli anziani figurati che caos possono combinare. Ricordiamoci che molte persone non si mettono ogni volta a leggere dei principi attivi e poi come sono scritti.

***********************************************************************************
Farmaci generici
Definizione
I farmaci generici sono medicinali il cui principio attivo, già ampiamente utilizzato in terapia, non è più coperto da brevetto.
Sono bioequivalenti alle specialità medicinali da cui derivano e quindi perfettamente intercambiabili.
Sono commercializzati senza marchio e senza nome di fantasia, ma con la Denominazione Comune Internazionale (D.C.I) del principio attivo, seguita dal nome del produttore.

Caratteristiche
Ai sensi della legge 8 agosto 1996, n.425 (art.1 comma 3), si definiscono come generici i farmaci con le seguenti caratteristiche:

Protezione brevettuale scaduta;
Denominazione Comune Internazionale (D.C.I.) oppure denominazione scientifica seguita dal nome del produttore;
Bioequivalenza rispetto ad una specialità autorizzata, con uguale composizione in termini di principi attivi, forma farmaceutica ed indicazioni terapeutiche.
Il farmaco generico deve superare gli stessi controlli di qualsiasi altro medicinale prima di ottenere l'autorizzazione alla commercializzazione da parte del Ministero della Sanità, che assicura che non esistono differenze di qualità, efficacia e sicurezza tra la specialità medicinale ed il farmaco generico.

Prescrizione
I farmaci generici non possono avere nomi di fantasia, ma prendono il nome della Denominazione Comune Internazionale del principio attivo, seguito dal nome dell'Azienda che li produce e ne garantisce i requisiti di qualità.
Nella prescrizione del generico il medico può anche non indicare il nome della ditta produttrice.
In questo caso il farmacista può dispensare un generico a sua scelta, purché corrispondente a quanto prescritto dal medico.
I farmaci generici sono prescritti con le stesse modalità dei farmaci tradizionali .

Perché prescrivere i farmaci generici
Prescrivendo i farmaci generici il medico prescrive gli stessi principi attivi ad un prezzo più basso mediamente del 20%.
La prescrizione dei generici consente, a parità di qualità ed efficacia, una riduzione della spesa farmaceutica a carico del Servizio Sanitario Nazionale ed una riduzione della spesa diretta del cittadino per i farmaci non rimborsabili.

Prezzi di rimborso dei medicinali non coperti da brevetto ai sensi della Legge 16 novembre 2001, n° 405
LA LEGGE
Dal 1° dicembre 2001 è entrata in vigore la nuova disciplina del rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale (Ssn) per i medicinali non coperti da brevetto.
Ai sensi del comma 1, art.7 della legge 405/2001 i medicinali non coperti da brevetto sono rimborsati dal Ssn fino alla concorrenza del prezzo più basso del corrispondente farmaco generico disponibile nel normale ciclo distributivo regionale.

SOSTITUZIONE DEL FARMACO
Per i farmaci in questione, lo stesso articolo di legge prevede che il farmacista possa sostituire il farmaco prescritto con uno uguale avente il prezzo più basso, qualora il medico non abbia espressamente indicato sulla ricetta la non sostituibilità del farmaco (ad esempio apponendo la dicitura "SIC VOLO").
In questo caso, come nel caso in cui l'assistito non accetti la sostituzione da parte del farmacista, la differenza tra il prezzo di rimborso fissato dalla Regione e il costo del farmaco è a carico dell'assistito.

PREZZI DI RIMBORSO IN REGIONE PIEMONTE
Di seguito è riportato l'elenco dei prezzi di rimborso regionali per i medicinali non coperti da brevetto.

***********************************************************************************
Farmaci generici
Data agg: 08/09/2006Cosa sono
Perché costano meno
La nuova legge
Cosa cambia per il cittadino
Informazioni
I generici un anno dopo
Opuscolo informartivo
Cosa sono
Prendiamo la confezione di un qualsiasi medicinale: tra le informazioni riportate sulla scatola troviamo almeno due indicazioni:

il principio attivo: è la sostanza che ci cura, che cioè ha effetti sul nostro organismo; il nome del principio attivo nasce al momento della sua scoperta scientifica, e spesso fa riferimento alle sue caratteristiche chimiche;

il nome commerciale, inventato dalla ditta che ha deciso di commercializzare il principio attivo.

È facile comprendere come lo stesso principio attivo possa essere contenuto in numerosissimi farmaci, contraddistinti da diversi nomi commerciali, così come da prezzi differenti. In questo quadro i farmaci generici si distinguono dagli altri perché:

sono privi del nome commerciale, e sono contraddistinti unicamente dal principio attivo e, eventualmente, dal nome della ditta produttrice;
costano circa il 20% meno dei farmaci equivalenti non generici
contengono un principio attivo non più coperto da brevetto.
Come i farmaci non generici equivalenti, tuttavia:
sono prodotti da aziende che forniscono precise garanzie
hanno gli stessi effetti sull´organismo.



Perchè costano meno

Il prezzo di un farmaco non generico tiene conto dei costi sostenuti dall´ azienda farmaceutica per scoprire o sintetizzare un nuovo principio attivo. Secondo la legge, l´azienda:

brevetta il principio attivo,
acquisisce il diritto di commercializzarlo in esclusiva per diversi anni, e quindi
vende il farmaco ad un prezzo che tiene conto delle spese sostenute dall´azienda.
Scaduto il brevetto sul principio attivo, i farmaci che lo contengono possono essere prodotti e venduti anche da altre aziende farmaceutiche. In questo caso, poiché non ci sono spese di ricerca da recuperare, il prezzo del prodotto sarà più basso.



La nuova legge


Cambia nuovamente la legislazione relativa ai farmaci generici!

Con la riforma del 1° settembre 2001, tra farmaci uguali per composizione, efficacia, qualità, dose e confezione, ma di prezzo diverso, il Servizio Sanitario Nazionale rimborsava interamente i farmaci meno cari, generalmente i generici.

La nuova legge del 16 novembre 2001 n.405, "Interventi urgenti in materia di spesa sanitaria", entrata in vigore il 1° dicembre 2001, prevede invece il solo rimborso del farmaco, con il prezzo più basso, disponibile a livello regionale.
La competenza in materia passa dunque agli Assessorati alle sanità regionali.

L'attuale situazione è però tutt'altro che chiara. Ci sono infatti delle differenze sostanziali, tra enti regionali, nella gestione dei farmaci rimborsabili.


Cosa cambia per il cittadino

In alcune regioni, il farmaco più economico è il generico meno caro disponibile sul territorio regionale. In altre invece il farmaco più economico è quello meno costoso in assoluto, sempre disponibile sul territorio, anche se non si tratta di un farmaco generico.

In attesa che tutti gli enti regionali si adeguino alla nuova legislazione, verificando l'effettiva disponibilità nel proprio territorio di farmaci a più basso costo ed emanando delle "liste di trasparenza" (elenchi di farmaci rimborsabili e disponibili regionalmente), molte regioni hanno adottato il seguente provvedimento: se il farmaco meno caro non è disponibile a livello regionale, il servizio sanitario territoriale fornisce al cittadino il farmaco corrispondente, anche se più caro, assumendosi l'onere della differenza di costo.

Lazio, Campania, Lombardia, Molise, Puglia e Sicilia invece non si fanno carico della spesa. In questo caso dunque il cittadino si accolla l'aggravio di pagare la differenza.

Se il medico prescrive al paziente un farmaco non interamente rimborsabile, il farmacista stesso, in accordo con il cliente, lo può sostituire con quello equivalente di prezzo minore, passato dal Servizio Sanitario Regionale.

Il medico, però, può prescrivere al paziente, qualora lo ritenga più idoneo nella cura, un farmaco di costo superiore al minimo e apporre sulla ricetta una sigla di "non sostituibilità", con la quale il farmacista non potrà cambiare il farmaco. In questo caso il paziente è costretto a pagare la differenza.

La nuova legge permette poi di introdurre dei ticket sanitari. Da febbraio, Lazio e Calabria hanno inserito il ticket di 1 euro su ogni ricetta medica. La Regione Lazio ha previsto inoltre che i medici possano prescrivere solo un farmaco per ricetta, mentre la Calabria ha previsto il limite di prescrittibilità a due farmaci.

Ancora diverso il caso della Sicilia, che ha inserito il ticket di 50 centesimi di euro per confezione, prevedendo un numero massimo di 2 medicinali per prescrizione.
Provvedimenti impopolari che probabilmente verranno presi, in futuro, anche da altre regioni.


Informazioni

Per maggiori informazioni puoi telefonare al numero verde istituito dal ministero della Salute 800-001177 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 17.00



I farmaci generici un anno dopo


lo scenario
le parti in causa: il medico, il farmacista, il paziente
le cause dell'insuccesso
Due indagini confermano la lenta diffusione dei farmaci generici. In questo breve approfondimento dello speciale cerchiamo di indagare su questo scenario, capirne le motivazioni e le opinioni delle parti interessate: il paziente, il medico ed il farmacista.

La Redazione diGastroNet




Lo scenario
Precisamente diciotto mesi dopo il loro debutto, è opinione condivisa che i farmaci generici stentano a decollare.

A confermarlo sono due diverse indagini: l'una condotta dall'Istituto IMS Health nei primi otto mesi del 2002 e l'altra, più recente, condotta da Dorom, azienda produttrice di generici, i cui risultati sono stati presentati a Roma lo scorso febbraio.

Nei primi otto mesi del 2002 la scelta è caduta sui generici 2 volte ogni 100 prescrizioni, anche se il mercato indicava una lieve tendenza alla crescita, poi confermata dall'indagine successiva.

La diffusione dei generici procede al rilento in particolar modo al Sud: i medici stentano a prescriverli e spesso compilano le ricette aggiungendo la dicitura di non sostituibilità che impedisce al farmacista di proporre il generico al posto del farmaco "griffato".
E' vero anche che al Sud è più difficile reperire i generici. Tra i meno reperibili ci sono cardiovascolari, ansiolitici e pomate antinfiammatorie. Al Nord, al contrario, la diffidenza verso il generico tende sempre più a diminuire, specie tra le fasce di popolazione a maggior reddito e più informate. Ad ogni modo i pazienti dipendono ancora dal medico nella scelta ed è più spesso il medico a proporlo piuttosto che il paziente a richiederlo.

Nonostante queste premesse, in alcuni casi, la comparsa dei generici ha comportato la diminuzione del prezzo delle corrispettive specialità che pare abbia portato un risparmio di circa 97 milioni di euro nei primi sei mesi del 2002. Un risparmio, tuttavia, di gran lunga inferiore rispetto alle attese (100 milioni di euro anziché 400).




Le "parti in causa": il medico, il paziente, il farmacista.
Da entrambe le indagini emerge che il medico non è ancora abituato a prescrivere i farmaci in base al principio attivo. E soprattutto è particolarmente preoccupato che ne sia garantita la qualità e che questa sia assicurata dalle aziende produttrici. Risulta pertanto fondamentale la richiesta di garanzie e il fatto che la motivazione del risparmio non prevalga sulla qualità.
I medici lamentano, inoltre, un surplus di lavoro dovuto alla necessità di spiegare all'assistito i motivi della scelta prescrittivi, sia quando cade su un generico che quando riguarda, invece, i farmaci normalmente conosciuti, ma soprattutto deplorano la facoltà dei farmacisti di poter cambiare a proprio piacimento il prodotto con un altro di pari composizione.

Lamentele provengono anche dal fronte dei farmacisti costretti dalla Legge a fornire al paziente informazioni sulla possibilità di sostituire il farmaco prescritto con un generico.

Quanto al paziente, un italiano su tre ancora non sa cosa sia il farmaco generico, secondo un'indagine condotta dall'associazione Altroconsumo. Da gennaio di quest'anno questo dato sembra comunque in aumento. La maggioranza ne ha sentito parlare alla TV, ma molti ignorano che siano meno cari e pertanto rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale.




Le cause dell'insuccesso.
Il motivo del mancato decollo è stato da più parti individuato in due fattori principali: la denominazione come "generico" e il criterio di informazione basato essenzialmente sul concetto di risparmio.

L'operazione di lancio è partita tardi e male, concentrandosi più sul concetto di risparmio che su quello della sicurezza. Mario Falconi, segretario della Federazione dei Medici, afferma che "non è stato sottolineato a sufficienza che si tratta di farmaci utilizzati da tanti anni e sicuri".
Opuscolo informartivo
Roma, 25 lug . (Adnkronos Salute)
Per far prendere agli italiani confidenza con i generici, da lunedì 31 luglio 2006 600 mila opuscoli informativi saranno distribuiti nelle circa 1.400 farmacie comunali in tuttItalia. La campagna è promossa da Assofarm, che riunisce le farmacie pubbliche. Nonostante i medicinali non griffati siano cresciuti in questi anni, i cittadini ne sanno ancora poco o, comunque, restano diffidenti.

Scarica l'opuscolo

La Redazione di Gastronet
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